Google alla prima schermata su Mario De Biasi mi suggerisce le seguenti ricerche correlate:
- Moira Orfei
- Baci
- Gli Italiani si voltano
Questo basta a fare di Mario De Biasi un mio nuovo amore fotografico.
Nato a Belluno nel 1923 ma milanese d'adozione, ha cominciato a fotografare nel 1945 con un apparecchio fotografico trovato fra le macerie di Norimberga, città dove era stato deportato un anno prima.
Gli piace che nelle sue note biografiche figuri ciò che di lui scrisse il suo grande amico Bruno Munari.
“Ha fotografato rivoluzioni, uomini famosi, paesi sconosciuti. Ha fotografato vulcani in eruzione e distese bianche di neve al Polo a sessantacinque gradi sottozero. La macchina fotografica fa parte ormai della sua anatomia, come il naso e gli occhi.”
De Biasi è un autodidatta, la sua formazione avviene soprattutto attraverso lo studio e l'osservazione dei grandi fotografi.
Non sono andato a bottega, non ho frequentato scuole di fotografia. La mia formazione è avvenuta soprattutto osservando e mettendomi alla prova. [...] Ogni sabato andavo a vedere mostre di ogni genere, fotografia, scultura, pittura antica e moderna, e in un pomeriggio spesso visitavo cinque o sei gallerie. Con il tempo ho cominciato a formarmi la mia biblioteca, i primi libri li ho comprati sulle bancarelle.
Indimenticabili le sue immagini di Marlene Dietrich, Brigitte Bardot, Sofia Loren; famosi i suoi reportage da diversi Paesi, come quello sulla rivolta d'Ungheria del 1956, un incarico che gli fu affidato da Enzo Biagi e gli fece guadagnare l'appellativo di 'italiano pazzo'.
La sua fotografia 'Gli italiani si voltano', con un gruppo di uomini che si girano al passaggio di formosa Moira Orfei di schiena è stato il manifesto della mostra 'The Italian Metamorphosis' che nel 1994 era approdata al Guggenheim Museum di New York.
Il nostro cervello, in automatismo, mette a fuoco vicino e lontano e da solo decide se soffermarsi su un dettaglio o sull'insieme generale, annullando quanto non l'interessa: la macchina fotografica non sceglie, esegue sulla base di alcune semplici regole fondamentali. Semplificate, semplificate quanto più possibile abituandovi a comporre con pochi elementi ben orchestrati geometricamente. Pensate alla foto prima di scattarla e poi non distraetevi più.
[...] devi avere in testa chiara l'idea; il tempo agisce da sé e ti capita di incontrare all'improvviso sul tuo cammino quell'idea, che si fa fotografia. Senza assilli, ovviamente, ma abbandonandoti all'idea amica.